






Nino di Costanzo, oltre ad essere un grande chef è un mio amico.
Ho avuto il privilegio di entrare subito in sintonia con lui, grazie all’amore che condividiamo, lui per la mia Capri, io per la sua Ischia e si sa che tra gente che il cuore lo fa vedere, nasce subito un’alchimia. … se poi uno dei due sa cucinare da Dio, è il massimo. (naturalmente lui!)
Tappa annuale obbligata, quella alla “Dani Maison”: quest’anno la ricorrenza è il mio onomastico. Accompagnata da Gianmarco ed Annie, ( mio figlio e sua moglie), mi regalo questa serata con grandi aspettative.
Ci anticipiamo, rispetto all’ orario di prenotazione, per dargli un abbraccio da vicino/ lontano ( siamo appena fuori da tunnel Covid) e magari, immaginandolo di fronte ai fornelli, ci intratteniamo in giardino, accolti da una gentile Hostess che ci parla delle nuove specie di piante acquisite durante l’inverno , ma ecco che Nino sgattaiola dalla cucina e ci viene incontro accogliendoci con il suo sorriso aperto, sincero e contento di rivederci dopo quest’anno terribile.
Non ne parliamo, vogliamo pensare a quel che verrà!
Accompagnandoci ad un tavolino per l’aperitivo che abbiamo deciso di fare ci mostra le opere del maestro Lello Esposito, brillante scultore, la cui esposizione nel suo secondo regno, ha voluto a tutti i costi.
Il suo giardino curato personalmente, con l’aiuto di uno staff di vivaisti sapienti, ci parla della sua passione e del suo cuore e ci conferma l’energia, la resilienza, la determinazione e perché no, un tocco di sana scaramanzia, che lo guida nella vita. Il verde, illuminato ad arte da istallazioni nascoste, è a dir poco perfetto, scommettiamo tra noi di trovare un filo d’erba secco, ma niente: qui le scommesse con lui sono a perdere.
L’entrée in giardino è davvero superba : piccoli assaggi forieri di grandi promesse, ci vengono offerti su una scultura porta delizie che tre calici di champagne Réserve Brut Pol Roge, renderanno ancora più gradite.
Si va in scena,
Il locale è essenziale, grandi pareti bianche su cui svettano con semplicità ma grande eleganza, tele senza cornici , tra le quali una raffigurante il salto di un pulcinella in un blu indefinito.
La tovaglia candida viene apparecchiata piano piano, lasciando la scena ai piatti che si avvicendano con grande maestria e quasi in punta di piedi. Lo Staff è discreto ed efficiente, della serie c’è ma non lo vedi, si vede invece il sommelier che è simpatico e cordiale e lasciamo che sia lui a consigliarci il vino che meglio si accompagna alle nostre scelte di stasera e che sarà “ Il contestatore 2013 – Az. Il Pendio”, che subito accettiamo, fosse anche solo per il nome…invece si rivelerà un gran vino.
Difficile resistere al festival di pane, focaccine, sfoglie croccanti, grissini ed oli toscani, siciliani, pugliesi… ma stasera, bisogna dimenticare tutto e godersi la tanto attesa serata.
Le danze si aprono con un assaggio di benvenuto e poi
Gli antipasti
- Gran cru…do
- Bufalo & Bufala
- Coniglio e Scampi
I primi
- Riso in Bianco bruschetta e ricci
- Gnocchi alla sorrentina
- Doppio raviolo
I secondi
- Cotoletta al babà
- Branzino
I dessert
- Frutta e Creme Ghiacciate
- Il circo
A parte il dessert Il Circo che è una vera e propria rappresentazione del circo attraverso le sue più peculiari leccornie con pop corn, graffette, zucchero filato, chupa chups e tante altre sorprese, detta così, a non conoscere Nino, potreste pensare “ e che ci vuole?”
Vi rispondo che ci vuole tutta la fantasia del mondo, una grande tecnica ai fornelli e mesi e mesi in cui, ci racconta: – .Mettendoci in primis il cuore, provo e riprovo il piatto fino ad ottenere il risultato che ho in mente…– e che lo ha portato alla doppia Stella Michelin, ai quattro cappelli dell’Espresso, nonché all’ingresso nell’associazione Les Grandes Table Du Monde.
Un po’ eccitati ed un po’ rammaricati, aspettando il dessert, parliamo tra noi della sua “ pasta e patate”, un must della cucina di questo ristorante , che avendo già degustato in varie occasioni, abbiamo scelto di evitare, per assaggiare piatti nuovi: ebbene io non so se c’era una “ cimice” sotto il tavolo o cosa diavolo è stato, ma eccoci servito un piatto di pasta e patate, da condividere, mentre lui ci strizza un occhio dalla cucina a vista.
Che dire? Chi trova un amico trova un tesoro e se cucina pure come Nino, ha trovato la felicità.
Descrivere questo piatto è impossibile, ma son sicura che potrebbe a pieno titolo essere l’ultimo desiderio prima dell’oblìo.
In seguito vi posteremo il video dell’impiattamento di questa vera e propria tavolozza del gusto, qui ci basta dire, che abbiamo avuto il privilegio, anni fa, di veder preparare questo piatto e visto cuocere 38 formati diversi di pasta, ciascuno con la propria cottura al dente in un tripudio di crema di 5 tipi patate di tutti i colori.
La descrizione dei piatti degustati , sarebbe un sacrilegio, lascio l’incarico alle immagini, aggiungo solo che queste eccellenze della nostra Regione, ma dell’ Italia tutta, vanno custodite, incoraggiate, tenute da conto e protette come tesori preziosi, soprattutto in un momento difficile come questo, perché sono la nostra forza in tutto il mondo.
Ad Majora, Nino.
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